Ex Ma.C.Ri.Co

Dal Campo di Marte al Campo Laudato si’

Ex Ma.C.Ri.Co

Dal Campo di Marte al Campo Laudato si’

Fino al 1600 era un campo agricolo. Donato alla Chiesa insieme ad un edificio adibito ad Episcopio, chiesa, seminario, asilo, ospizio e ospedale per i poveri, divenne il Giardino del Vescovo.

Nella seconda metà del 1800 i Borboni trasformano l’area in Quartiere Militare ed acquisendo in enfiteusi dalla Curia il terreno, lo trasformano in Piazza d’Armi, chiamandolo Campo di Marte.

Nel dopoguerra l’Esercito Italiano destina l’area a Magazzino Centrale Ricambi dei mezzi Corazzati – da qui l’acronimo Ma.C.Ri.Co. – operandovi fino alla fine degli anni ’90.

La Storia

CRONOLOGIA

1300
Il Campo
Originariamente, nel 1300, l’area oggi chiamata Macrico era un “campo”, cioè una superficie agricola adibita all’asilo dei cavalli dell’esercito aragonese, su cui sorgevano pochi edifici, forse stalle o corpi che ospitavano gli addetti ai lavori. Già nel 1327 è documentata “la presenza di una casa di proprietà della Ecclesiae Casertae presso Falciano”.
1400
La Cavallerizza
Nel 1400 il Re, Ferdinando II D’Aragona o Ferrante I, cedette al Vescovo di Caserta De Leoni il casamento detto “La Cavallerizza” con annesso fondo, collocato sul suo lato occidentale. “La Cavallerizza” si trovava ubicata in una zona racchiusa tra il villaggio Torre, il “Vico” ed i cinque casali di pianura di San Benedetto, Falciano, Tredici, San Clemente e Centurano. L’ampio fondo agricolo annesso, destinato alla coltivazione della canapa, divenne redditizio grazie al lavoro contadino (in base ai contratti allora vigenti) e venne denominato “Campo di Falciano”.
1600
Il Giardino dell'Episcopio
Con la fine delle invasioni barbariche, la pianura riprese il sopravvento sulla collina: non solo la popolazione ritornò nel piano ma anche i Vescovi scelsero come seconda dimora Falciano. In particolare, nel primo decennio del 1600, il Vescovo Diodato Gentile si stabilì nella tenuta e fece costruire l’Episcopio, in luogo dell’antica casa donata dagli Aragonesi, arricchendolo di un ampio giardino. Nel corso del tempo i Vescovi elevarono in quei luoghi il Seminario, la Chiesa e la Canonica.
1764
Asilo, Ospizio, Ospedale
Durante la carestia del 1764 il vescovo Gennaro Albertini, trasformò il Seminario Maggiore di Falciano in Asilo, Ospizio e ospedale per i poveri forestieri, mentre ai poveri della Diocesi distribuiva tre volte la settimana il pane a tutti quelli che si presentavano.
1854
Piazza d'Armi
Nella metà del 1800 Ferdinando II volle fare di Caserta nuova, ormai capoluogo di Terra di Lavoro (15 dicembre 1818), una Piazza d’Armi e così vi trasferì importanti autorità militari. In particolare nel 1850 i Borbone acquistarono il complesso Episcopio-Seminario perché il Re volle trasformarlo in Quartiere Militare cioè in caserma del reggimento di fanteria ed in padiglione militare, mentre nel 1854 essi acquisirono in enfiteusi dalla Curia il terreno adiacente, “la Vigna del Vescovo”, trasformandolo in Piazza d’Armi e destinandolo alle esercitazioni delle truppe di stanza negli edifici acquistati.
1864
Campo di Marte
Il “Campo di Falciano” divenne il “Campo di Marte” (1864) o “Piazza d’Armi” (1879). Ma già dalla seconda metà del XIX secolo le rappresentazioni della città riportano la denominazione di “Campo Militare” per indicare l’area alla fine del Corso Ferdinando delimitata dalle attuali via Unità Italiana (ovest), viale Medaglie d’Oro (nord), via Su Piazza d’Armi (sud) e via San Gennaro (est). In particolare, fu tra il 1847 ed il 1851 che si realizzò il Corso Ferdinando II (attuale Corso Trieste), come strada militare che doveva collegare direttamente la Piazza d’Armi di Falciano, usata per le esercitazioni militari e la Piazza ellittica antistante la Reggia, nella quale si tenevano le parate, per consentire ai fanti di arrivare dall’una all’altra nel più breve tempo possibile.
1900
Attività Sportive Reggimento Fanteria
Dall’inizio del 1900 l’area venne utilizzata saltuariamente per episodiche attività sportive da parte del 15° Reggimento Fanteria Savona.
1927
Monumento ai Caduti
Nel 1924 venne realizzato un piazzale di 9.600 mq, (l’attuale Piazza Quattro Novembre), primo ed unico intervento di trasformazione dell’area, stralciando il suolo dalla Piazza d’Armi, ceduto dalla Curia al Comune con affrancazione del relativo canone, dove venne collocato il Monumento ai caduti, inaugurato il 21 giugno 1927.
1950
MA.C.RI.CO.

Magazzino Centrale Ricambi dei mezzi Corazzati

Nel periodo bellico, per la prima volta gli americani recintarono l’area con una rete metallica. Nel dopoguerra l’Esercito Italiano la cinse con un muro e la destinò a Magazzino Centrale Ricambi dei mezzi Corazzati operandovi fino alla fine degli anni ‘90.

1994
La Curia rientra nella Proprietà
Nel 1994 un dispositivo della Corte di Cassazione riconosce l’area di proprietà della Curia.
2000
L'Esercito Italiano lascia l'area
L’Esercito Italiano, qualche anno dopo, intorno al 2000, abbandona il sito.
2015
L'abbandono e la bonifica
L’area dell’ex Macrico resta così per oltre venti anni inutilizzata, in un vero stato di abbandono tant’è che la natura si appropria di tutto avvolgendo e coprendo con la vegetazione tanti dei manufatti esistenti alcuni dei quali collassano compreso il tetto della Chiesa. Nel 2015 una ditta specializzata esegue importanti lavori di bonifica diretti a rimuovere dai manufatti e dal sito materiali in amianto e rifiuti pericolosi. Con un atto dirigenziale della Regione Campania del 15 ottobre 2015 l’area dell’ex Macrico viene cancellata dall’elenco dei siti potenzialmente contaminati.
Fonte notizie: Progetto “MACRICO: IL PARCO DEI PARCHI DI CASERTA” a cura del Comitato Macrico Verde, maggio 2007;
Archivio della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro; Biblioteca dell’avv. Alberto Zaza D’Aulisio; Archivio Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Caserta

BIBLIOGRAFIA

Per gentile concessione dell’avv. Alberto Zaza D’Aulisio, Presidente della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro.

1879

Calendario Guida

1864

Pianta Caserta

1898

Caserta e le sue Reali Delizie

1923

Regg. Fanteria
Savona

1920

Piano Regolatore
Città di Caserta

1604-1894

Vescovi
Casertani

1946-1965

Mons. Bartolomeo Mangino

Dall’Idea alla Realtà

Nuova Vita per il Macrico

PROGETTI & TESI

Sezione dedicata ai progetti presentati nel tempo da vari attori, pubblici e privati e alle tesi di laurea di studenti. Chiunque può contribuire ad arricchire la “biblioteca del futuro” inviando documenti a info@campolaudatosicaserta.it
DOTT. ING. FABIO DE SANTIS 
2008​

Parco dell’Unità

MARCICO VERDE
2007

Legambiente

DI LILLO VERONICA
2015
Tesi di Laurea
DAC S.C.A.R.L.
2015
Parco Urbano
dell’Aereospazio
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI FEDERICO II DI NAPOLI
Laboratorio di Composizione Architettonica e Urbana 4

A cura di

Prof. Arch. Carmine Piscopo
Arch. Daniela Buonanno

Gli Studenti

Angela Marzo; Antonio Munno; Carmela Napolitano; Marzia Petrone; Domenico Scalzullo

Tavola 1

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 2

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 3

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 4

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 5

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 6A

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 6B

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 7

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola 8

Un parco verde nell’area ex Macrico

Tavola Mostra

Un parco verde nell’area ex Macrico

Ispirazioni dal Mondo

HIGH LINE

La High Line è un parco lineare di New York realizzato su una sezione in disuso della ferrovia sopraelevata chiamata West Side Line facente parte della più ampia New York Central Railroad, costruita nei primi anni trenta ed abbandonata nel 1980. Dei cittadini si erano organizzati per chiedere all’amministrazione comunale la demolizione della struttura fatiscente. Alcuni attivisti ispirati e visionari lanciano una campagna per salvare la High Line. Ai loro occhi la vecchia ferrovia non era soltanto un rottame prodotto dall’ingegneria di inizio Novencento, era già un giardino lineare: da tempo trasfigurata dalla natura e dai segni dell’abbandono era divenuta uno strano ecosistema naturale e artificiale insieme. Poetico e surreale allo stesso tempo. Abbattere o conservare la High Line significa distruggere o preservare quel sistema naturale. Il progetto della promenade verde, realizzato dagli architetti Diller Scofidio+Renfro e dallo studio di architettura del paesaggio James Corner Field Operations, è stato poi approvato nel 2002 mentre i lavori sono cominciati nel 2006 e conclusi in più tappe: prima nel 2009, poi nel 2011, 2014, 2015 e l’ultimo tratto nel 2019.
Contenuti tratti dal libro di Elena Granata, “PLACEMAKER Gli inventori dei luoghi che abiteremo”, Einaudi

Ispirazioni dal Mondo

Parco Zarjad’e
Il parco naturale-paesaggistico è stato inaugurato il 9 settembre 2017, situato sulla riva sinistra del fiume Moscova, a poca distanza dalla Piazza Rossa, nell’area dello storico quartiere Zarjad’e da cui prende il nome. Trattasi del primo parco pubblico realizzato a Mosca dopo la fine degli anni ’50. Quando nel 2013, Elizabeth Diller, architetto ed accademico statunitense, viene selezionata per progettarlo è di fronte ad una grande sfida creativa che le pone però un dilemma morale: è possibile realizzare uno spazio pubblico democratico nel contesto di un regime repressivo? Può un parco diventare luogo di esperienza della libertà individuale e collettiva? Il progetto presentava vari vincoli imposti dalla committenza cittadina: doveva essere un grande parco ma evitare di creare spiazzi troppo ampi disponibili per assembramenti di persone; doveva intrecciare funzioni diverse ben precise ma anche suscitare meraviglia nelle persone. La ricerca di una libertà compositiva ha coinciso con il desiderio di creare uno spazio dove la libertà di movimento e di incontro fosse realmente sperimentabile dalle persone. Urbanistica sì, ma «selvatica»: questa è stata l’intuizione dei progettisti.
Contenuti tratti dal libro di Elena Granata, “PLACEMAKER Gli inventori dei luoghi che abiteremo”, Einaudi