Al centro della proposta di recupero e riconversione vi è una drastica riduzione della cubatura esistente a favore di un parco dove il tessuto verde rappresenta il fulcro: i pieni si trasformano in vuoti e diventano spazi pubblici aperti alla città.
Si prevede la demolizione degli edifici in lamiera che non hanno alcun valore né storico né costruttivo. Vengono recuperati i manufatti in muratura e il cosiddetto “hangar”.
La trasformazione a verde dell’area permette di rimediare alle trasformazioni che nel tempo hanno reso il suolo impermeabile, riducendo la superficie edificata a 42.500 mq e arrivando ad avere una superficie libera da restituire alla città di 282.000 mq, creando quello che sarà il Campo Laudato si’.
 
															 
															